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70° Anniversario dello Sbarco di Anzio. Il Sindaco, Luciano Bruschini: "Anzio rasa al suolo in seguito allo Sbarco. L'Enciclopedia Treccani è la verità oggettiva dei fatti di quegli anni drammatici"

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mar 14 gen, 2014

Credo che l’Enciclopedia Treccani, nell’appendice pubblicata nel 1948 che riporto integralmente, sia la migliore risposta al Comune confinante e ad un revisionista tenente colonnello statunitense che, dopo le affermazioni sulla testa di ponte di Anzio dei Presidenti Roosevelt e Clinton nel 1994 al cimitero americano, ha deciso di cambiare la storia dell’operazione Shingle e dello Sbarco degli Alleati ad Anzio, avvenuto alle prime ore dell’alba del 22 gennaio 1944”.

Lo ha affermato il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, in riferimento alla conferenza stampa che si è tenuta presso il Cimitero Americano dove, tra l’altro, nessun rappresentante del Comune di Anzio è stato inviato a partecipare su un territorio che dovrebbe essere gestito dall’Ambasciata Americana.

“A Roma – prosegue il Sindaco Bruschini - si sono tenute le Olimpiadi del 1960 ed ovviamente ai castelli romani si sono tenute le gare di canottaggio: ma la sede ufficiale delle Olimpiadi è Roma. Il Moro è di Venezia, la Torre pendente è di Pisa, il Colosseo è di Roma, gli Imperatori romani Caligola e Nerone sono di Anzio così come Anzio, purtroppo, è la testa di ponte scelta dagli Alleati per sbarcare e per liberare Roma e l’Italia. Lo dico senza alcuna polemica verso il Sindaco di Nettuno, - conclude il Sindaco di Anzio Bruschini - ma la difesa della verità oggettiva è un atto doveroso nei confronti della mia Città rasa al suolo con l’operazione Shingle e soprattutto nei confronti dei miei concittadini, Caduti in seguito allo Sbarco, ai quali durante la celebrazione del 22 gennaio dedicheremo la stele di granito che l’attuale Monumento ai Caduti”.

Anzio, 14 gennaio 2014

ANZIO
Treccani - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948) di R. A., Mar. T.

ANZIO (III, p. 623). - Anzio, dopo lo sbarco alleato (21 gennaio 1944), ha subito gravissimi e prolungati bombardamenti, che hanno prodotto ingenti danni e l'esodo della popolazione. Ora Anzio va rapidamente risorgendo; la popolazione residente era calcolata, al 31 dicembre 1947, a 8393 ab.
Lo sbarco anglo-americano ad Anzio. - La zona di Anzio fu prescelta dagli Anglo-americani per una operazione di sbarco a tergo delle linee tedesche. Durante la campagna d'Italia (v., in questa App.), occupata Napoli (1° ottobre 1943), gli Alleati (5ª armata) raggiunsero il Garigliano venendo a contatto con i Tedeschi schierati sulla linea "Gustav" saldamente organizzata a difesa. Reiterati attacchi per conseguire la rottura fallirono, e perciò fu deciso per il 20 dicembre, dal gen. D. Eisenhower, uno sbarco ad Anzio tendente all'aggiramento delle posizioni e alla conquista dei Colli Albani. Falliti però gli attacchi concorrenti, diretti a sboccare nella valle del Liri (26 novembre-1° dicembre 1943), lo sbarco fu differito al gennaio 1944 e concordato con l'azione combinata della 5ª armata (direttrice Cassino-Frosinone) per attirare le riserve germaniche e collegarsi con le forze sbarcate. La zona di Anzio fu prescelta perché facilmente accessibile dal mare e idonea alla costituzione di una testa di sbarco con buone possibilità tattiche anche per le ulteriori operazioni verso nord; essa includeva la fascia costiera compresa fra i fossi Astura e della Moletta, limitata a nord dalle pendici meridionali dei Colli Albani. Compito affidato alle forze anglo-sassoni: costituire una solida testa di sbarco (raggio 11 chilometri); proseguire verso i Colli Albani per tagliare le vie Appia e Casilina; minacciare il tergo della linea Gustav. L'operazione, diretta dall'ammiraglio F. Lowry, fu accuratamente predisposta; vi furono destinate forze preventivamente addestrate, agli ordini del maggior generale americano J. P. Lucas (VI corpo americano, truppe miste: 2 divisioni fanteria, 2 gruppi corazzati, 1 reggimento paracadutisti, 1 battaglione rangers, 2 commandos) che si imbarcarono a Napoli alle ore 5 del 21 gennaio 1944. Il convoglio, ripartito su 243 mezzi navali (50.000 uomini, 5000 carri armati e automezzi, col concorso di 651/2 squadroni di aviazione), dopo una diversione verso ovest, puntò su Anzio ove giunse alle 24 del 21 senza disturbo. Lo sbarco si effettuò regolarmente e senza bombardamenti preventivi: iniziatosi alle 2 del 22, in circa 3 ore furono a terra le fanterie; fu proseguito nei giorni successivi. Era stato preceduto da attacchi sulle fronti del Garigliano e del Rapido (12, 17, 20 gennaio) e da massicci bombardamenti aerei per impedire lo spostamento di forze tedesche. In effetti, al momento dello sbarco, gli Alleati erano riusciti ad attirare le riserve germaniche in posto, ma non era stato possibile sboccare nella valle del Liri, e perciò nessun concorso diretto poté esser dato dalla 5ª armata. Consolidata la testa di sbarco, il 24 alcune pattuglie si spinsero verso Cisterna e all'altezza della ferrovia Roma-Formia, ove avvenne la presa di contatto con i Tedeschi: in tale circostanza, da documenti trovati indosso a prigionieri, gli Alleati appresero che il Comando Supremo germanico aveva ordinato di mantenere ad ogni costo il possesso della linea Gustav.

L'operazione sorprese i Tedeschi che svilupparono il 23 e il 24 solo una reazione aerea crescente; quindi, racimolate tutte le riserve disponibili (2 divisioni poi portate a 5) arginarono la testa di sbarco con un fronte difensivo. Tentativi degli Alleati per la conquista di una base per l'attacco ai Colli Albani (30 gennaio-1° febbraio) furono respinti: fu perciò assunto atteggiamento difensivo rinforzando nel contempo il corpo di sbarco che raggiunse la forza di circa 5 divisioni. Attacchi concomitanti svolti il 21 e il 24 gennaio contro la linea Gustav non avevano dato risultati concreti. La reazione tedesca si orientò prima a contenere la testa di sbarco e poi a ributtare in mare le truppe sbarcate: le azioni, condotte con estrema violenza, fallirono (3-20 febbraio); i Tedeschi vi rinunciarono e gli Alleati si resero conto che lo sbarco sarebbe rimasto fine a sé stesso. Altri attacchi della 5ª armata per sboccare nella valle del Liri (17 febbraio e 16 marzo) non raggiunsero lo scopo e le operazioni furono sospese; riprese il 12 maggio condussero alla rottura della linea Gustav. Il 23 maggio le forze di Anzio iniziarono le operazioni verso Valmontone e il 25 i loro reparti si incontrarono con le unità della 5ª armata provenienti dal Garigliano.
L'operazione costituisce un bell'esempio di azione anfibia di sorpresa e di stretta cooperazione aereo-terrestre-navale; molto accurate la preparazione e la esecuzione. Non conseguì il successo atteso - anche se in seguito contribuì al crollo della difesa a sud di Roma - perché gli Alleati consolidarono la testa di sbarco e non proseguirono subito verso l'interno, cosicché i Tedeschi ebbero il tempo di intervenire per incapsularli. Vi si può rilevare un eccesso di prudenza, ma è da ricordare che gli attacchi concorrenti contro la linea Gustav erano falliti. A loro volta i Tedeschi non contrattaccarono rapidamente, perché lo sbarco li aveva sorpresi, perché il settore era indifeso e specialmente perché erano scarse le loro riserve strategiche. Da notare, l'ingente contributo dell'aviazione per contenere i contrattacchi, il contegno ammirevole delle truppe sbarcate e gli accorgimenti adottati per assicurare la vita di forze notevoli in una zona ristretta soggetta a incessanti bombardamenti.

Bibliografia: G. C. Marshall, Biennal Report of the Chief of Staff of The United States Army. July, 1943 to June 30, 1945, Washington 1946; A. Tarchiani, Il mio diario di Anzio, Milano 1947; F. Tirelli, Lo sbarco ad Anzio (dattiloscritto), Roma 1947.

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