Descrizione
L'antica Lavinio è il luogo mitologico dove Enea fondò il primo insediamento in Italia da parte dei profughi da Troia; secondo la tradizione, il nome della città deriva da Lavinia, figlia di Latino re dei Latini e di Amata, data in sposa ad Enea. La città sarebbe stata fondata d'estate, due anni dopo la perdita di Troia.
Alla città di Lavinio erano particolarmente affezionati i romani, che la ritenevano sacra perché conservava gli dei ancestrali della città. Secondo il racconto di Tito Livio, Lavinio era una città ricca e fiorente, tanto da avere popolazione in eccesso. Per questo motivo Ascanio, 30 anni dopo la sua fondazione, abbandonò Lavinio per fondare la nuova città di Alba Longa. In questi trent'anni, nessuno tra i vicini osò attaccare Lavinio. A Lavinio nel 745 a.C. fu ucciso Tito Tazio, re di Roma insieme a Romolo.
Lucio Tarquinio Collatino, primo console della Repubblica romana con Lucio Giunio Bruto, si ritirò a Lavinio, con tutte le sue proprietà, dopo che fu convinto a ritirarsi dalla suprema magistratura, perché inviso al popolo per essere parente di Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma. Nel 489 a.C. Lavinio fu presa dall'esercito dei Volsci, condotto da Gneo Marcio Coriolano (anche se secondo Plutarco, la città subì sì l'assedio dei Volsci, ma non fu presa, perché costoro decisero di attaccare Roma). Nel 390 a.C. Marco Furio Camillo, nel celebre discorso con cui convinse i romani a non abbandonare Roma, appena saccheggiata dai Galli di Brenno, ricorda i riti sacri che per tradizione, i romani ancora compivano sul monte Albano e a Lavinio. Nel 338 a.C., al termine della guerra latina, Lavinio rinnovò un foedus di tipo sacro con Roma, e la città divenne municipio. Degli avvenimenti cittadini successivi alla guerra latina si sa poco ed è certo che Lavinio rimase importante più come luogo di memorie sacre che come città in sé.