“Un nobile cuore si è spezzato direbbe Shakespeare. L’Inghilterra ha perduto il più grande dei suoi figli, l’uomo che l’aveva condotta dalla disfatta alla vittoria, dalla disperazione alla salvezza. E il mondo libero ha perduto una grande luce.”
Con queste parole, in prima pagina, lunedì 25 gennaio 1965, esordiva il Corriere della Sera diffondendo ai lettori del quotidiano milanese la notizia della morte di Winston Churchill, il 24 gennaio 1965.
Le date sono significative. Le ricorrenze non possono essere sottovalutate. Le commemorazioni rappresentano un particolare momento di riflessione dedicato alla celebrazione oppure al ricordo di un determinato evento che hanno inciso nella memoria e per questo nella storia di un’intera collettività.
Il 22 gennaio 2024 sono ricorsi gli 80 anni dallo sbarco di Anzio. Di pari passo, il 24 gennaio 2025 ricorrono i 60 anni dalla morte del grande statista inglese. È logico domandarsi: “Perché è giusto ed opportuno ricordare Churchill proprio nella nostra Città di Anzio?”
La risposta a siffatta domanda giace in una ragione storica precisa e probabilmente nota ai nostri pochi concittadini di Anzio ancora in vita che possono ricordare quelle ore così drammatiche. Secondo lo storico inglese Raleigh Trevelyan, per lo stesso Churchill, lo sbarco di Anzio avrebbe dovuto rappresentare un colpo poderoso, rapido e spettacolare per uscire dal punto morto in cui stagnava la campagna in Italia degli alleati durante gli anni della seconda guerra mondiale, tra la fine del 1943 e gli inizi del 1944. È stato Winston Churchill a volere lo sbarco ad Anzio.
Partito dal porto di Napoli, il VI corpo d’armata americano al comando del generale Lucas toccava le spiagge di Anzio e di Nettuno il 22 gennaio 1944. Secondo i piani previsti dell’operazione “Shingle”, le truppe britanniche, sbarcate a nord di Anzio, dopo avere interrotto la linea ferroviaria Roma-Napoli presso la Stazione di Campoleone, si sarebbero dirette su Albano, mentre gli americani sarebbero avanzati su Velletri. Gli sbarchi non avevano incontrato alcuna resistenza iniziale da parte delle forze tedesche, praticamente inesistenti in quella zona.
Invece di lanciare immediatamente in avanti le proprie truppe, il generale Lucas voleva consolidare la testa di sbarco, permettendo così a Kesselring di organizzare le sue forze in quel settore. Il 25 gennaio, i britannici ricevevano finalmente l’ordine di avanzare, arrivando fino a Campoleone. Purtroppo, la resistenza risoluta da parte tedesca, scatenatasi anche contro le forze americane avanzanti su Cisterna di Latina, costringeva gli angloamericani a porsi sulla difensiva. La situazione diventava critica per gli alleati, i quali dovevano far giungere rinforzi alla testa di sbarco per impedire l’annientamento in seguito ai contrattacchi tedeschi iniziati il 3 febbraio 1944.
Come noto, dallo sbarco avvenuto per l’appunto il 22 gennaio 1944, gli alleati liberavano la Città di Roma, soltanto il 4 giugno 1944. Erano trascorsi oltre quatro mesi dall’avvio della già citata operazione “Shingle”, fortemente voluta dallo stesso Churchill. In questo periodo di tempo, nella strada che divideva questa parte del litorale laziale da Roma, si erano combattute alcune delle più sanguinose e violente battaglie di tutta la guerra. Scrive il già menzionato Trevelyan:
“In condizioni così dure da far pensare ai mesi peggiori degli anni 1916 – 1917 sul fronte occidentale.”
Pertanto, il nome di uno dei più importanti statisti di tutto il novecento – Sir Winston Leonard Spencer Churchill – resta indissolubilmente legato alla storia dei nostri territori. La liberazione dal fascismo e dal nazismo operata dagli alleati in Italia, in particolare, e nell’intera Europa Occidentale, in generale, è passata anche per mezzo delle rispettive Città di Anzio e di Nettuno. Una volta che i pochi testimoni diretti di quegli anni non saranno più con noi, il sacrifico di migliaia di giovani vite che riposano nei rispettivi cimiteri di guerra britannico e americano, rispettivamente di Anzio e di Nettuno, insieme al ricordo delle indicibili sofferenze della popolazione civile, diventa doveroso fare nostre le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:
“Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico.”
Quindi, ripercorrendo le parole del Capo dello Stato, la memoria è un dovere civico. Il ricordo di Churchill a 60 anni dalla sua morte nella nostra Città di Anzio è oltremodo opportuno, poiché riconduce ad un altro evento drammatico che ha anticipato di pochi mesi lo sbarco alleato, non molto lontano dai nostri lidi. Stiamo parlando del rastrellamento del ghetto di Roma, con la retata effettuata dalle truppe tedesche delle SS, con la collaborazione dei funzionari del regime fascista della Repubblica Sociale Italiana alle prime ore del mattino del sabato 16 ottobre 1943, portando all’arresto e alla deportazione presso il campo di sterminio di Auschwitz di oltre un migliaio di persone appartenenti alla comunità ebraica romana. Soltanto sedici di loro sono sopravvissuti.
Con il dilagare del nazismo, Churchill percepiva immediatamente il pericolo mortale di un possibile trionfo della Germania sul continente europeo prima ancora dell’avvento della seconda guerra mondiale. Per questa ragione, il primo ministro inglese aveva manifestato innanzi ad altri l’intenzione di resistere ad ogni costo. Le parole “sangue, fatica, lacrime e sudore” rendevano famoso il suo discorso tenuto alla Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito, il 13 maggio 1940. Di fronte agli orrori del nazifascismo, di fronte all’infamia delle leggi razziali e di fronte all’ignominia delle legislazioni liberticide dei regimi della Germania e dell’Italia di quel periodo storico, Churchill ha rappresentato un faro di speranza e di libertà per tutta l’Europa.
In conclusione, tra i vari punti del programma elettorale che hanno assistito alla vittoria di Aurelio Lo Fazio a Sindaco di Anzio, il 2 dicembre 2024, vi è la candidatura rispettivamente delle Città di Anzio e di Nettuno a “Capitale della cultura Italiana 2034.” È un progetto ambizioso che prefigura la creazione di un percorso condiviso tra le due Città. Insieme agli amici e fratelli nettunesi, la possibilità di coltivare congiuntamente la nostra comune memoria, ricordando sia le sofferenze delle nostre popolazioni civili durante la guerra, sia le aspettative di una rinascita dei nostri territori, passa per mezzo del ricordo di importanti personaggi che hanno fatto la storia, evocando fatti, episodi e aneddoti tutti tesi ad elaborare una comune e preziosa narrazione per tutto il litorale.
Presidente del Consiglio Comunale di Anzio
Dott. Gabriele Federici